sabato 10 dicembre 2011

Genialità urbana

Girellando in quel di Bologna mi sono imbattuto in questo GS. Di per sè la moto non ha niente di speciale (se non di essere la storica viaggiatrice che tutti conosciamo), ma l'insolito sistema di mantenimento carica mi ha fatto sorridere. Che dire ? non è geniale ?

martedì 6 settembre 2011

IL BATTESIMO DI "FUOCO"

Non ero mai salita prima su una moto. Mi è stato detto “il tuo casco deve stare sempre più laterale al mio”, pronti partenza e via. Non saprei descrivere la sensazione, a metà tra la barca a vela e un Quarter Horse. Sentivo l’aria – aria, il mio elemento – scorrere sotto di me, accarezzarmi, ad ogni accelerata mi sembrava di sollevarmi, di rivivere quei giorni in mezzo al Golfo di Trieste, solo che al posto delle meduse bluette c’erano colline giallo estate, e al posto delle onde che inclinavano la barca orecchie che si avvicinavano al suolo, e al posto del grande fiocco “123” un manubrio dall’accellerata dolce. Nei tornanti scrutavo l’orizzonte, seguivo la strada come se non avessi fatto altro nella vita, e poi stringevo le gambe e abbassavo i talloni, come un buttero. Non sono nata centaura o amazzone o non so come si dica. Ma qualcosa di simile ce l’ho nel sangue. L’aria, la velocità, il vagare errante tanto per sfuggire, inseguendo le nuvole e il tramontare del sole. “tieni il casco chiuso, ci entrano gli insetti”. Macché. Io voglio sentire l’aria sulla faccia, persino le lacrime scendere e la pelle diventare di vetro, ma voglio sentire ogni singolo odore, diventare barometro, metereologo, nocchiere, mozzo. “quando chiudo la visiera, i pensieri restano dentro. Non esiste altro. Vedo le immagini scorrere tra me e me. La moto è un’ottima cura”. No, quando chiudo la visiera l’”orobiologio” parte all’impazzata. Non quello del contachilometri o delle ore. Quello che scandisce la vita in me, quella vita che ogni tanto mi sfugge, che ho odiato fino a volerla soffocare nel sonno. Riparte, a ritmo delle curve e controcurve, la sento, “ e non c’è modo più dolce di morire e più frizzante per vivere”, hai ragione, Mio Capitano. Non c’è paura. In pochi chilometri imparo a fare l’acrobata, scatto foto in movimento, con una mano sola poi con due, come al circo equestre, e mixo la musica e canto e immagino il mio palco e dimentico le mie ferite. La cosa più strabiliante? Partire decidendo una meta e arrivare da tutt’altra parte. Berlino, no, l’argentario, no, il Gran Sasso. Dormiamo a Saturnia, no, ci accampiamo in un uliveto nel trasimeno. Facciamo l’autostrada, ma no, passiamo dai paesini incastonati nei monti. Arriviamo presto per andare al mare, macché, due ore seduti ad un bar dove dovevamo fare solo benzina. Salite, discese, virate, strambate, terra a prua! E colline gialle, e tramonti sulla ferrovia, e il distributore che non funziona – cazzo! S’è fermata! – e la riserva che ci abbandona giusta giusta davanti alla pompa di benzina. E le notti stellate, a decifrare geroglifici siderali, e sfide a ramino o a calciobalilla, e umidità, e freddo, e caldo, e pioggia a dirotto e poi sereno. Non importa se nella nostra strada c’erano case o chiese, bellearti o cementifici, paesi o città, colline o autostrade, mare o montagna. Quello che ricordo è il vento in faccia che sa di libertà, una malattia che dà dipendenza.

martedì 8 giugno 2010

Motoviaggio 2009 Pt.1 S.Giovanni Valdarno-Rottenbuch

Il viaggio inizia con una "levataccia" alle 3:30, il tempo di vestirsi, rendersi conto di chi siamo e dove andiamo, e già siamo pronti per salire in sella a "Mazinga"che sembra quasi consapevole di dover fare 730 Km carico come un mulo. Imbocchiamo l'autostrada e partiamo alla volta della Baviera.

Superato Barberino del Mugello la Toscana saluta la nostra partenza proiettando sull'appennino un' alba così bella da sembrare surreale. Ci fermiamo all'area di servizio di Modena per sgranchirci le gambe e dissetare "Mazinga", ma la A22 del Brennero chiama e ci rimettiamo in viaggio. La sosta successiva decidiamo di farla a Trento dove ritrovare le Alpi è sempre una bella cosa, inoltre per varcare il confine serve la vignetta e dopo averla attaccata sul capoccione della moto ripartiamo.

In Austria viaggiare sull'autostrada ci fà un pò l'effetto di essere in galera, tutti "marciano" rispettando il limite e superarlo sembra un reato equiparabile all'omicidio.
Ci fermiamo in un parcheggio e subito passa una macchina della polizia che si prende cura di controllare la presenza delle vignette su auto e moto parcheggiate, fra l'altro a fianco di "Mazinga" viene a parcheggiare uno strano signore con una Honda CB500 allestita da globetrotter,che francamente ci ha fatto un pò sorridere. Finalmente lasciamo l'autostrada-lager austriaca ed entriamo in Baviera e dopo pochi Km arriviamo a Rottembuch.

Il campeggio è a conduzione familiare molto carino e funzionale nonchè economico ( Terrassen camping Rottembuch) ma alle 13:30 la reception è chiusa e ad accoglierci troviamo due turisti olandesi molto simpatici che ci danno le prime istruzioni su come e dove posizionare la tenda.





dopo aver montato tutto ed aver fatto un pisolino, si và alla scoperta di Rottembuch paese molto piccolo circondato da estese praterie tornati al campeggio mangiamo i brezen comprati in paese e beviamo una buonissima birra con gli olandesi...poi nanna la giornata è stata lunga 760 Km si fanno sentire anche su una moto comoda come il nostro TDM.


mercoledì 28 aprile 2010

Anime pure

Spesso la domenica mattina vedete passare quei caschi colorati e sbuffate perchè sono rumorosi,perchè sono pericolosi, irrispettosi e scriteriati.
Ma se riusciste a guardare gli occhi che sono sotto quelle visiere vi accorgereste che sono occhi colmi di passione, occhi che diventano lo specchio di un'anima pura ed evirata di pensieri specialmente nel momento in cui quella visiera si abbassa... Ma nel momento in cui si apre la manopola del gas diventa un'anima colma di emozioni!
Sono occhi consapevoli che in moto si può morire ma anche certi che non esiste modo migliore di vivere ! In fondo proprio questo è il motociclista: Uno stile di vita.
Non vi stupite se all'arrivo di una moto vostro figlio salutandola dal sedile posteriore dell'auto vedrà ricambiato il saluto... Fra anime pure ci si capisce !









lunedì 26 aprile 2010

Motogirata 2010 #1 Urbino e Bocca Seriola

La prima vera domenica disponibile sia per Clima che per tempo disponibile, abbiamo deciso di fare una bella motogirata verso una città che non avevamo mai visitato : Urbino.
L'idea èra di attraversare il passo di Bocca Trabaria all'andata e di Bocca Seriola per il ritorno in Toscana, ma una frana ha modificato il nostro road book costringendoci a percorrere Bocca Seriola all'andata ed al ritorno, comunque vi dirò... La cosa non mi è dispiaciuta affatto !! Il passo di Bocca Seriola è veramente bello e piacevolissimo da guidare In vetta al passo il bar "La cima " è un ritrovo frequentatissimo da motociclisti di qualsiasi estrazione.








Urbino è una cittadina rinascimentale, la sua facciata all'arrivo lascia veramente senza fiato. Il borgo è caratterizzato da vicoli e bellissime piazze. Il fatto che sia una città universitaria spiega i moltissimi giovani italiani e stranieri che gironzolano per le sue strade. Nel complesso una cittadina asolutamente da visitare magari inserendola nel contesto di un bell'itinerario appenninico.




mercoledì 10 marzo 2010

Sweet Home Chiantigiana N.2

Come vi avevo anticipato nel precedente post la nostra "motogirata" non è ancora finita. Decidere di visitare in moto questa zona significa infatti imboccare ogni strada che qui si interseca, e cercare i 1000 e più panorami che sà offrire, per questo mi ci vorrà più di un post per rendervi conto quante "chicche" può offrirvi la zona del gallo nero.




Ripartiamo dunque da Castellina in Chianti, per un breve tratto riprendiamo la strada già percorsa, ma al bivio per Radda tiriamo a diritto. La dirittona che ci si presenta sembra quasi invitarci a spalancare il gas, ma attenzione ! Spesso in questa drittona si appostano simpatici signori ansiosi di fotografarvi (e non per taggarvi su Facebook !),oltre alla classica postazione autovelox fissa . Finita la lunga diritta si torna a divertirci una discesa bella nervosa ci attende.



La strada qui scende per poi regalarci una salita frizzantina fino a Panzano. Panzano è un normale paese chiantigiano ma se avete tempo vale una vostra visita.


Photo by Germano


Photo by Germano

Da Panzano si riscende in una nuova discesa stavolta larga e morbida che ci porta fino a Greve in Chianti dove se volete potete visitare la Chiesa di santa Croce, edificata nel XIX secolo, che conserva al suo interno numerose opere di artisti locali,il Museo di Arte Sacra, allestito nei locali dell’Ex Convento di san Francesco, in cui è anche possibile consultare un archivio in cui sono catalogate tutte le opere d’arte sacra del Chianti, la centrale Piazza del Mercato, antico cuore sociale ed economico della città, oppure svoltare a sinistra e godervi il Passo del Sugame, passo veramente bello e tecnico che ci porterà fino a Dudda.







Da Dudda verso Figline Valdarno la discesa non è affatto banale e può darvi ancora qualche emozione, anche se il panorama non è più quello del Chianti.

Con quest'ultima splendida foto di Germano vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo post.

venerdì 5 marzo 2010

SWEET HOME CHIANTIGIANA N.1

Ogni motociclista si porta dentro una strada speciale, di solito è quella più vicino a casa, la via di fuga quando le ore per stare in sella sono poche e si cerca le prime curve a portata di mano, ma non solo, spesso è quella strada che ci ha visto tirare le prime sgassate col foglio rosa, che ti ha visto crescere motociclisticamente; insomma la strada in cui ti senti a casa!


Questa è la mia e posso garantirvi che è una SIGNORA STRADA!






Il nostro percorso inizia in Valdarno, valle che conserva qualche piccola chicca ad esempio la casa natale del Masaccio e Basilica di San Giovanni Valdarno. Se la fame di curve però vi attanaglia, arrivati a Montevarchi non esitate a prendere la direzione Cavriglia e dopo poche centinaia di metri iniziano già le prime curve, il percorso è morbido e ombreggiato fino ad arrivare a Montegrossi dove si sceglie di svoltare a sinistra per Radda.


photo by Germano


Imboccato il Bivio per Radda la strada si fà più aspra con tornanti sretti e curve ombreggiate (occhio alle foglie in autunno). Non fate l'errore di non alzare mai la testa dal cupolino perchè questo potrebbe significare perdersi qualche bel panorama!




Photo by Germano


Arrivati a Radda si può scegliere se fare un giro per il caratteristico borgo chiantigiano o visitare una delle numerose enoteche. Se invece le vostre attenzioni sono rivolte al dolce cullarsi delle cuve, eccovi accontentati da qui a Castellina in Chianti è un susseguirsi di ogni varietà di curve, una vera enciclopedia della guida su 2 ruote.

Photo by Germano


Giunti a Castellina il ritrovo è nella piazzetta lungo la strada, impossibile non notare il raduno spontaneo che si forma nelle giornate soleggiate .





Riposatevi, prendete un buon gelato e fate un bel giro per il paese...ma la nostra motogirata non è ancora finita!

P.S. Grazie mille a Germano per le foto davvero bellissime che avrò occasione di condividere nei prossimi post.